Cenni storici su Fratta Polesine
Scavi archeologici hanno portato alla luce reperti che testimoniano la presenza di un primo insediamento già nell’ epoca del bronzo (XII-X secolo a.C.). Punto d’ incontro tra popoli greci e baltici per gli scambi di ceramiche e la lavorazione della preziosa ambra, reperti raccolti oggi nel locale Museo Archeologico Nazionale, situato in un ala di Villa Badoer.
Nel medioevo il territorio del Polesine era conteso fra gli Estensi, signori di Ferrara, e la Serenissima di Venezia; solo nel rinascimento (1482) porterà la Serenissima di Venezia a vince la disputa per il dominio sul territorio.
Lo slancio del Rinascimento portò le famiglie patrizie veneziane, nuove proprietarie terriere, ad incaricare i migliori architetti del tempo per la costruzione delle loro dimore di pregio.
Francesco Badoer, per la realizzazione della sua villa patronale di Fratta, incaricò l’ Architetto Andrea Palladio, famosissimo per aver firmato i disegni di molte Ville Venete nella Riviera del Brenta caratterizzate dal suo stile inconfondibile. Oggi restaurata, risplende maestosa nel cuore di Fratta Polesine tanto d’ essere dichiarata patrimonio dell’ umanità dall’ UNESCO.
Vicinissima alla Badoera, di scuola Palladiana, non meno splendente è Villa Grimani Molin ora Avezzù Pignatelli.
I “Carbonari della Fratta” – Primi dell’ ottocento: ancora sotto il dominio austriaco, attraversata dal desiderio di Libertà Nazionale è per prima ad avere i propri Carbonari arrestati e deportati. 11 novembre 1818: agina gloriosa ed allo stesso tempo dolorosa della storia di quella giovanissima Italia.
Delitto Matteotti – 1924 – Un secolo dopo, veniva assassinato dall’onorevole Giacomo Matteotti, ancora una volta per il desiderio di libertà. Nativo di Fratta, le sue spoglie riposano oggi nella tomba di famiglia e la casa natale ora Museo ne ripercorre la vita sociale e politica.